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Del Teatro

Il teatro (secondo noi)

di Claudio Montagna

Quando si sente l’esigenza di trasmettere un’idea e si desidera che venga recepita con la maggiore completezza possibile, si ricorre spesso a qualche forma di rappresentazione, che è un’espressione più potente della semplice comunicazione verbale.
La forma di rappresentazione di cui ci occupiamo noi si chiama teatro, quello per il quale i greci avevano costruito i loro teatri. La “rappresentazione teatrale”, non lo spettacolo di intrattenimento. Allo spettacolo i greci riservavano gli odeon: altra cosa in altro spazio.

Ogni forma di rappresentazione comunica, insegna, convince, apre la mente e “fa vedere” ciò che altrimenti è difficilmente visibile. In particolar modo nel teatro, grazie al fatto che la rappresentazione è attuata da qualcuno “presente” per una collettività “presente”.
Ogni artista, nell’ideare e realizzare le proprie opere ha tutto il diritto, quasi l’obbligo, di fare riferimento alle proprie ragioni, alle proprie sensibilità e ispirazioni. Tuttavia, per l’artista del teatro è impossibile realizzare prodotti finiti: i suoi prodotti sono incompleti fuorché nel momento in cui un pubblico vi assiste.
Il teatro infatti, a differenza delle altre arti, essendo un atto prima che un prodotto, non esiste fino a quando un pubblico non vi partecipa. E smette di esistere subito dopo.

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Il Teatro come veicolo

Teatro e Società "offre teatro". Realizza iniziative, eventi e spettacoli in cui il teatro è, principalmente, da considerare strumento e tramite per raggiungere obiettivi diversi da quelli dello spettacolo in sé.
Opera perciò nel contesto di strategie e progetti didattici, ricreativi, socio-educativi, riabilitativi.
Ritiene che il teatro possa avere funzione di veicolo per:

▪ comunicare o acquisire contenuti;

▪ favorire la riflessione;

▪ rievocare avvenimenti;

▪ attivare percorsi di conoscenza;

▪ attivare eventi comunitari.

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Il Teatro dove

Il lavoro di Teatro e Società è rivolto prevalentemente a luoghi decentrati, non facenti parte dei centri istituzionali del teatro.
E’ rivolto a un pubblico la cui esperienza del teatro è spesso limitata. Per questo, sovente la Compagnia organizza rassegne e propone spettacoli che mostrano diverse modalità di intendere e di fare il teatro.

Teatro e Società sceglie luoghi inconsueti, talvolta frequentati da un alto numero di persone che però cercano o scelgono raramente il “prodotto teatrale”. Questi luoghi possono diventare ambiti privilegiati, dove è possibile scoprire, cogliere e apprezzare il teatro come un linguaggio speciale, utile ad acquisire informazioni e conoscenza. Si può trattare di:
fiere, musei, castelli
oppure luoghi e ambienti quotidiani (strade, piazze, fontane, opere d’arte)
che diventano parte integrante delle azioni teatrali.
Luoghi della marginalità e del disagio. In particolare Teatro e Società opera da tempo con i detenuti della Casa Circondariale di Torino “Lorusso e Cutugno”, dove il linguaggio teatrale è da diversi anni veicolo di promozione sociale e di collegamento tra detenuti e cittadini. In questo contesto, l’attività teatrale è anche finalizzata a informare gli enti pubblici e privati, le associazioni e le diverse forze economiche produttive delle proposte, dei problemi e delle necessità della realtà carceraria.
In ambito educativo e formativo Teatro e Società promuove il teatro svolgendo laboratori nelle scuole e anche mettendo in scena spettacoli di animazione teatrale per spiegare al pubblico la nascita e le possibili funzioni del teatro.
Inoltre, Teatro e Società gestisce e promuove un “Centro Permanente di Cultura dei Valori Civili” a Bertesseno nelle Valli di Lanzo. Il Centro è nato dal proposito di favorire la crescita di una coscienza civile attraverso il teatro.

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Note di regia

di Claudio Montagna

La mia nostalgia
mi ha reso sciamano
per alleviare la vostra nostalgia;
lo farò con la potenza dell'illusione:
per voi
che temete che la meta non vi sarà concessa.

Diventando cristallo angelo mare asfalto elettrone elefante
fontana mercato virus tramonto naufrago avvocato pioggia
pane muratore lacrima viaggio paese in lutto fuoco e foresta,
vi accompagnerò,
attraverso il ponte,
verso la visione della Terra della quale abbiamo nostalgia.

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Riappropriazioni debite

≪Poichè oggi è più facile ottenere spettacolarità con altri mezzi - come cinema e televisione, mentre ieri lo era con il varietà, l'altro ieri con il circo equestre, prima ancora con i gladiatori e ancor prima con l'Odeon greco - giudichiamo meno esasperato (e forse piu propizio) lasciare al teatro quelle funzioni relazionali, celebrative e comunitarie che piu gli sono proprie...≫

...è vero che ciascuna realtà teatrale ha il proprio pubblico, ma è altrettanto vero che esiste una gran quantità di pubblico – enorme, eccessiva – che non ha il proprio teatro.

Considerazioni sulle specificità del teatro

Di Claudio Montagna
Torino, un anno qualunque, tra circa un secolo.

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Direzione Artistica

di Claudio Montagna

Parlo con le parole, ma sovente non bastano,

non mi sentite, non mi capite, mi fraintendete, ridete di me, e capita che qualche volta rido di me
perfino io.

Interferenze
mi impediscono di dire chiaro
quello che so, sento, voglio;
a volte impediscono a me stesso di capirlo,
di vederlo:
interferenze anche per gli occhi,
dovrei essere cieco, ci vedrei meglio.
E' come se non ricordassi, la memoria non mi aiuta:
ricordo tutto quello che mi Ë successo in passato,
ma ci sono cose che mi sono presenti da sempre
e che io non riesco a snidare e definire;
mi attraggono, mi attraggono,
come se fossero la Terra Promessa,
e sono anni che attraverso il deserto per raggiungerle:
per vedere chiaro, finalmente, quel poco che per me davvero conta, le poche cose che - tuttavia -
so di sapere, sentire, volere...
come se fossero angeli con spade di fuoco, mi abbagliano
mi stordiscono, mi chiamano,
e non si mostrano...

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Fare teatro

di Claudio Montagna

Nelle arti, solo qualcuno produce; gli altri assistono, guardano, fruiscono, consumano. Da sempre è così, produce arte chi ritiene di possedere strumenti, doti ed esperienza per farlo. Gli altri hanno il ruolo di spettatori, assistono.
Questo mi sembra ovvio, infatti le due funzioni, di produzione e di fruizione, sono complementari, di solito una è indispensabile all’altra.

Io, almeno per quanto riguarda il teatro, credo che la possibilità di produzione appartenga a tutti, cioè che chiunque possa fare il teatro, disponendo in tal modo dell’opportunità di scegliere, di volta in volta, tra la funzione di produttore e quella di consumatore.

“Fare” teatro e non soltanto vederlo: è una modalità formidabile di comunicazione. E’ una ricchezza
espressiva.

Io non credo che esista qualcuno incapace di fare teatro. Certo, è abituale sentir dire “io non saprei
mai interpretare un parte”, così come si dice “non so cantare”, “non so tenere in mano un pennello”, “mi
piace leggere, ma non saprei mettere insieme due parole”, ma ho l’impressione che si tratti di affermazioni,
seppure motivate, in parte quasi obbligate e non del tutto pertinenti e consapevoli.

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