Venti anni di storia
L’evoluzione del progetto teatro e carcere negli ultimi Anni
1994 - 2002
Scoprire il Volto. Vissuto all’inizio principalmente come momento ricreativo, all’interno di un progetto trattamentale più ampio, l’intervento teatrale nell’Istituto ha certamente mantenuto, negli anni, questo aspetto ludico, ma si è parallelamente evoluto lungo due direttrici: quella dei contenuti, e quella del rapporto con la città. Sul piano dei contenuti, il Laboratorio è diventato un luogo privilegiato di riflessione sui temi del carcere, della malattia, della solidarietà. La ricerca teatrale serve da pretesto e da stimolo per una discussione continua e approfondita, all’interno del gruppo; il teatro è il linguaggio che i detenuti hanno scelto per dare forma alle loro riflessioni, ai sogni, alle speranze. Tutti gli spettacoli sono il frutto di ore di discussioni all’interno del gruppo, di domande poste con sempre maggior chiarezza, di un progressivo affinarsi della coscienza dell’importanza di ciò che si vuol dire.
Parallelamente, fin dalla prima rappresentazione fuori dal carcere, la riflessione si è sviluppata intorno al senso del rapporto con la città. La presentazione di uno spettacolo al pubblico esterno non è semplicemente una “vetrina”, un saggio dell’attività del Laboratorio; è soprattutto un’occasione di incontro fra detenuti e cittadini, all’interno di una cornice spettacolare, il teatro, in grado di favorire il dialogo, di allentare le reciproche tensioni, i pregiudizi, le incomprensioni. Il teatro del Laboratorio è diventato una piccola membrana osmotica, un pacifico luogo di confronto tra carcere e città.
I detenuti, sviluppando le forme del loro teatro, si interrogano molto sul senso del rapporto carcere-città: costruiscono gli spettacoli pensandoli per un pubblico esterno, vi trasferiscono l’essenza del dialogo che vorrebbero riprendere con il mondo di fuori. Anche per il pubblico, che ormai dopo ogni replica si ferma a lungo a parlare con gli attori, lo spettacolo è uno stimolo ad avviare un nuovo tipo di rapporto, al di là sia dai luoghi comuni della condanna, sia da quelli del pietismo.
Anno per Anno. Il progetto teatro e carcere da ‘Scoprire il volto’ a ‘Paradiso terrestre’
1993
LABORATORIO TEATRALE PRESSO IL PADIGLIONE A
Attivato nell’Autunno del 1993, è tuttora operativo; ha prodotto finora almeno uno spettacolo all’anno, alcuni destinati a rappresentazioni per il pubblico esterno, altri ad animare momenti festosi interni al carcere. Il laboratorio è attivato nelle Sezioni che ospitano un progetto trattamentale per detenuti sieropositivi e malati di AIDS, insieme ad alcuni sani volontari.
1994
ALZARE LE VELE
Spettacolo dei detenuti del Padiglione A della C.C. ‘Le Vallette’, presentato al pubblico torinese in occasione della prima edizione della manifestazione cittadina “Identità e Differenza”. Torino, Teatro Carignano, Giugno 1994.
In seguito lo spettacolo è stato rappresentato all’esterno del carcere in varie occasioni, nell’Estate 1994.
1995
SPETTACOLI BREVI
Dal 1995 in poi, produzione ogni anno di brevi spettacoli allestiti per essere rappresentati all’interno del carcere (nel corso di 1-3 repliche) durante i “colloqui” con i familiari dei detenuti, sia nel Padiglione A, sia (dal 1998) nel Padiglione C, oppure in occasione di ricorrenze e festività annuali.
CHI HA PAURA DELL’UOMO CATTIVO?
Riflessioni intorno al rapporto fra carcere e città
Due giornate di convegno, organizzate nell’ambito di “Identità e Differenza”. Torino, Teatro Juvarra, Maggio 1995.
IL CANTO DEL GALLO
Spettacolo dei detenuti del Padiglione A, presentato al pubblico cittadino in occasione del convegno “Chi ha paura dell’uomo cattivo?”. Torino, Teatro Juvarra, Maggio 1995.
1996
NAUFRAGA LA BARCA DELLA SOLIDARIETA’
Incontro tra detenuti e studenti di Istituti Medi Superiori torinesi.
Presentazione dello spettacolo “Naufraga la barca della solidarietà” a un pubblico di studenti, seguita da un dibattito con gli attori sui temi della vita nel carcere, della solidarietà e del rapporto sani/malati di AIDS. In due riprese hanno aderito alla proposta una ventina di classi di Istituti Medi Superiori. Torino, Chiesa di S. Pelagia, Aprile e Maggio 1996.
NAUFRAGA LA BARCA DELLA SOLIDARIETA’
Presentazione dello spettacolo al pubblico torinese (senza dibattito finale). Torino, Chiesa di S. Pelagia, Maggio 1996.
In seguito lo spettacolo è stato rappresentato alcune altre volte all’esterno del carcere, nel corso dell’Estate 1996.
CREATIVE TIME
2a conferenza internazionale su teatro e carcere
Partecipazione alla conferenza internazionale da parte di C.A.S.T. e di un Funzionario dell’Assessorato per la Cultura; nel corso del convegno la progettualità di Scoprire il volto è stata esposta ai delegati europei presenti. Manchester, Maggio 1996.
4TH INTERNATIONAL CONGRESS OF EDUCATING CITIES
Presentazione di Scoprire il volto ai delegati del convegno. Chicago, Settembre 1996.
L’ORSO DELLA LUNA CALANTE
Spettacolo sulla mediazione culturale tra autori e vittime di teatro, con la partecipazione di detenuti e attori professionisti, presentato al pubblico cittadino. Torino, Teatro Carignano, Dicembre 1996.
1997
IL PRIMO PASSO
Presentazione del nuovo spettacolo dei detenuti del Padiglione A a un pubblico di studenti, all’interno della Casa Circondariale “Le Vallette”. C.C. ‘Le Vallette’, Giugno 1997.
1998
LABORATORIO TEATRALE PRESSO IL PADIGLIONE C
Avviato nella Primavera del 1998 su richiesta della Direzione del carcere, è analogo per modalità di lavoro a quello del Padiglione A. Ha prodotto ogni anno, fino al 2001, alcuni spettacoli brevi, allestiti all’interno del carcere in occasione di colloqui festosi con i familiari, e rappresentati per gli altri detenuti.
LABORATORIO DI MANUALITA’ ARTISTICA PRESSO IL PADIGLIONE A
Avviato in via sperimentale nel 1998, come supporto all’attività teatrale per la costruzione di oggetti di scena e costumi, ha ottenuto un notevole successo, tanto da essere richiesto dai detenuti e dalla Direzione, in forma stabile e più autonoma, a partire dal 1999 e fino al 2001.
VERSO IL DUEMILA, IL CAMMINO DI UN’UTOPIA CONCRETA
Terzo convegno europeo di teatro e carcere. Partecipazione al convegno, e presentazione del progetto e delle attività in carcere. Milano, Ottobre 1998.
PRESEPE
Spettacolo dei detenuti del Padiglione A, presentato a un pubblico di invitati e giornalisti nel teatro dell’Istituto. C.C. ‘Le Vallette’, Dicembre 1998.
1999
LABORATORIO DI MANUALITÀ ARTISTICA PRESSO IL PADIGLIONE C
Analogamente al laboratorio del Pad. A, è stato avviato con successo, in forma sperimentale, nel corso del 1999.
INTERVENTI DEL MUSEO NAZIONALE DEL CINEMA DI TORINO
Incaricati del Museo del Cinema hanno illustrato ai detenuti dei laboratori teatrali, nel corso di una serie di incontri, funzionamento e storia di alcune macchine del precinema, portando all’interno del carcere delle riproduzioni e degli originali. C.C. ‘Le Vallette’, Primavera 1999.
COLLOQUIO
Fra i molti spettacoli ‘brevi’, messi a punto dal laboratorio del Padiglione C e destinati al pubblico dei familiari e i degli altri detenuti, spicca questa produzione, in cui i detenuti mettono in scena se stessi, e si rappresentano nell’atto di fare uno spettacolo per i parenti, in una drammaturgia di ‘teatro nel teatro’ che affonda le sue radici nella spettacolarità medioevale. C.C. ‘Le Vallette’, Giugno 1999.
LA VITA IN CARCERE
Convegno all’interno di “Identità e Differenza” 1999.
Claudio Montagna e Claudio Sarzotti dell’Università di Torino hanno condotto il convegno “La vita in carcere”, all’interno della manifestazione cittadina “Identità e Differenza”: il convegno era rivolto a studenti degli Istituti medi superiori di Torino, con la partecipazione di una rappresentanza di detenuti. Torino, GAM, Ottobre 1999.
2000
LABORATORIO MUSICALE NEL PADIGLIONE A
Avviato in forma sperimentale, solo per l’anno 2000, come supporto all’attività teatrale.
MOSTRA DI PITTURA DEL PADIGLIONE A
Allestita presso la sede del Centro Interculturale della Città di Torino, ha raccolto i lavori prodotti dai detenuti nel corso del laboratorio di manualità artistica del Padiglione A. E’ stata visitata, oltre che dal pubblico generico, anche da alcune classi di scuola superiore, nell’ambito della prima edizione del Progetto ‘Giovani e carcere’. Torino, Centro Interculturale, Dicembre 2000.
2001
GIOVANI E CARCERE 2000-2001
Promosso dal Centro Interculturale della Città di Torino in collaborazione con la Direzione della C.C. ‘Le Vallette’, il progetto propone alle scuole superiori torinesi un calendario di attività per accostare i giovani ai temi del carcere. Il progetto, nei suoi primi tre anni di vita, è strettamente collegato a Scoprire il volto e all’attività dei laboratori teatrali.
Tra le attività in programma, il progetto prevede alcuni laboratori teatrali condotti nelle classi partecipanti, per preparare i ragazzi all’ideazione di un breve momento spettacolare da presentare ai detenuti nel corso di un incontro all’interno del carcere. Primavera 2001.
STORIE DI DERIVA
Spettacolo dei detenuti del Padiglione A, rappresentato all’interno del carcere per studenti di scuola superiore, nell’ambito del progetto ‘Giovani e carcere’. I ragazzi, dopo aver visto lo spettacolo, rappresentano per i detenuti una loro breve azione spettacolare, come preludio a un momento di dialogo. C.C. ‘Le Vallette’, Aprile 2001.
RIVEDERE TORINO
Mostra di sculture del Padiglione A
La mostra comprende riproduzioni in gesso di alcuni monumenti torinesi, ‘ripensati’ da lontano dai detenuti del laboratorio di manualità artistica del Padiglione A. E’ visitata, oltre che da cittadini torinesi, anche da alcune classi di scuola superiore, nell’ambito del progetto ‘Giovani e carcere’ 2001-2002. Torino, Teatro Gobetti, Dicembre 2001.
2002
GIOVANI E CARCERE 2001-2002
Seconda edizione del progetto del Centro Interculturale, offre un programma di attività per le scuole superiori torinesi, analogamente all’anno passato. Sono effettuate nuovi incontri all’interno del carcere tra gli studenti e i detenuti dei laboratori di Scoprire il volto. Primavera 2002.
UN VARIETA'
Spettacolo dei detenuti del Padiglione A che affronta il tema del difficile reinserimento post-detenzione, ed è presentato all’interno del carcere, nel corso di tre repliche, per un pubblico selezionato di operatori, rappresentanti delle Istituzioni e del mondo del lavoro. C.C. ‘Le Vallette’, Luglio 2002.
2003
GIOVANI E CARCERE 2002-2003
La terza edizione del progetto del Centro Interculturale prevede, tra le altre attività, nuove visite di studenti di scuola superiore nella C.C. ‘Le Vallette’. Primavera 2003.
PARADISO TERRESTRE
Spettacolo dei detenuti del Padiglione A, rappresentato cinque volte nell’Aula bunker della C.C. ‘Le Vallette’ per un pubblico selezionato di operatori, rappresentanti delle Istituzioni, dell’Università e della scuola. Lo spettacolo, che prosegue la modalità di lavoro inaugurata l’anno precedente con ‘Un varietà’, parla della speranza di trovare un’unione tra gli uomini, superiore alle distinzioni dovute ai pregiudizi e alla reciproca sfiducia.
Il pubblico dello spettacolo si è ritrovato, all’inizio del 2004, per una serata di dialogo con i detenuti attori, all’interno del carcere; è allo studio la possibilità di promuovere ulteriori momenti di incontro nel corso del 2004.
Aula Bunker della C.C. ‘Le Vallette’, Dicembre 2003 – Gennaio 2004.
2004
PARADISO TERRESTRE
Incontri in carcere con i cittadini torinesi.
Ciclo di incontri serali all’interno della Casa Circondariale tra i cittadini torinesi e i detenuti della Sezione Prometeo. Ciascun incontro è stato dedicato a un tema specifico, e si è svolto in un luogo differente, particolarmente significativo, del carcere. A partire dal tema degli incontri, alcune improvvisazioni teatrali organizzate dai detenuti innescavano la conversazione con i cittadini. (9 incontri)
Casa Circondariale ‘Lo Russo e Cotugno’, ottobre 2004-maggio 2005
2005
HO VISTO SUZANNE
Spettacolo dei detenuti della sezione Prometeo, rappresentato cinque volte nel cortile interno del Padiglione A della Casa Circondariale. Lo spettacolo, momento conclusivo del ciclo di incontri realizzati durante l’anno sui temi della detenzione, parla del mentire: più che sul mentire per vivere, sul mentire per sopravvivere senza lottare, per la gran paura che, tutti, liberi e ristretti, abbiamo della lotta.
Casa Circondariale ‘Lo Russo e Cotugno’, Giugno 2005
2006
PARADISO TERRESTRE
Incontri in carcere con i cittadini torinesi
Secondo ciclo di “teatro e chiacchiera” all’interno della Casa Circondariale tra i cittadini torinesi e i detenuti della Sezione Prometeo. Il secondo anno introduce alcuni nuovi elementi nel dialogo tra carcere e città. Gli incontri, attraverso il linguaggio del teatro, trattano argomenti ispirati all'idea di "scambio", "patto sociale", "contratto", dove entrambe le parti della collettività presente, gli uomini liberi e quelli ristretti, cercano di individuare ciò che si possono reciprocamente offrire e chiedere.
Da un’idea dell’Assessore Fiorenzo Alfieri viene istituito il progetto delle “Pagine Gialle”. Si tratta di una campagna per un maggiore coinvolgimento attivo di coloro che sono disponibili ad aiutare la funzione formativa che si svolge nella Sezione interessata e, in seguito, ad estenderla se possibile ad altri settori della Casa Circondariale.
A tal proposito viene realizzato un censimento delle concrete disponibilità per individuare, ad esempio, chi vuole e può contribuire a sviluppare il lavoro all'interno del carcere, agevolare certe cure mediche, fornire materiali per migliorare le condizioni di vita, trasmettere conoscenze teoriche e pratiche, incontrarsi con i detenuti per dialogare e discutere, aiutare a risolvere problemi conseguenti all'uscita del carcere.
Casa Circondariale ‘Lo Russo e Cotugno’, Marzo-Giugno 2006
2007
TAGLIARE LA CORDA
Spettacolo dei detenuti della VI sezione del Padiglione A, realizzato nel teatro della Casa Circondariale. (Febbraio)
Lo spettacolo narra del viaggio della vita. La meta è un grande tesoro. Il viaggio per raggiungerla, come sempre, è irto di pericoli. La vita è così, siamo soli, su una nave, in mezzo al mare in burrasca. Non proprio soli, in compagnia di altri viaggiatori come noi. Qualcuno però, può decidere un viaggio alternativo, a volte contro gli stessi propri compagni di viaggio.
Lo spettacolo è stato presentato, oltre al pubblico consueto, a sei associazioni di categoria della città di Torino. Lo scopo del coinvolgimento è di continuare, con le imprese loro associate, un dialogo sul lavoro dentro e fuori dal carcere.
2008
TEATRO DI GUERRA
Spettacolo dei detenuti della VI sezione del Padiglione A, realizzato nel teatro della Casa Circondariale. (Maggio)
“La vita è una lotta. Contro una quantità di mali che la vita stessa, da sempre, porta con sé: la malattia, la fame, l’incomprensione, la fatica... Teatro di Guerra racconta di coloro che a questa lotta non prendono parte perché non vogliono oppure non possono, per paura, per debolezza, per solitudine, e che si limitano a fingere di lottare: finto filo spinato, finte trincee, finti allenamenti…
Lo spettacolo è stato presentato, oltre al pubblico consueto, a sei associazioni di categoria della città di Torino. Lo scopo del coinvolgimento è di continuare, con le imprese loro associate, un dialogo sul lavoro dentro e fuori dal carcere.
FUGA PER LA VITTORIA
Ciclo di incontri con le forze economiche e i cittadini torinesi. (novembre)
Terzo ciclo di “teatro e chiacchiera” con i cittadini torinesi e in particolare con i rappresentanti delle forze economiche di Torino e provincia e le imprese del territorio. Insieme ai detenuti, hanno affrontato il tema del lavoro dentro e fuori dal carcere. Per l’occasione, la città di Torino in collaborazione con la Casa Circondariale ha pubblicato un vademecum contenente tutti i riferimenti normativi necessari per l’assunzione di detenuti ed ex detenuti e tutte le informazioni utili per avviare all’interno del carcere nuove attività produttive.
2009
FUGA PER LA VITTORIA
Ciclo di incontri con i cittadini torinesi.
Quarto ciclo di incontri (5 serate consecutive) di “teatro e chiacchiera”. Attraverso una “finta radio”, i detenuti hanno parlato insieme ai cittadini torinesi del rapporto “genitori-figli”, del tema dell’educazione, della libertà. Per l’occasione sono state coinvolte numerose associazioni genitori, scuole, istituzioni.
2010
ASTUZIA DEL MURO
Spettacolo dei detenuti della VI sezione del Padiglione A, realizzato nel teatro della Casa Circondariale. (Aprile)
“Davanti a me c’è un muro, ma non mi rassegno” è stata l’affermazione di uno degli attori, dalla quale ha avuto origine questo spettacolo. “Anche i sogni ci fregano” ha detto uno, qualche tempo dopo. Su questo ci siamo soffermati a lungo: sognare o non sognare?
‘Astuzia del Muro’ si sviluppa intorno a questa domanda e tenta di rispondere. Certo, sognare, ma solo per andare avanti, e solo tenendo gli occhi bene aperti per individuare la
breccia attraverso la quale superare la barriera. Perché “i muri sono furbi, hanno il male dentro e ti convincono che la porta non c’è anche quando c’è”.
Non accontentarsi di fantasticare e non arrendersi, ma stare sempre ben svegli per individuare le vie d’uscita, è il messaggio che dà ai cittadini liberi questo gruppo di uomini reclusi. Strano, perché ci si aspetterebbe il contrario, i cittadini che incoraggiano i reclusi. Eppure, ci si permetta per una volta di invertire i ruoli: è il caso di sperare se ce lo suggerisce chi, nell’opinione comune, dovrebbe aver perso le speranze.
IL MEGLIO NON COSTA NIENTE
Un itinerario di meditazione lungo i luoghi del carcere. In collaborazione con Torino Spiritualità. (Settembre)
Un gruppo di cittadini viene accompagnato da tre detenuti che si alternano in un viaggio di un’ora. Tre tappe: la cucina (1700 colazioni, pranzi e cene), “corso francia” (l’interminabile corridoio del blocco C), il passeggio (i cassoni di cemento a cielo aperto dove si sta “all’aria”). Ogni accompagnatore parla di sé, della sua storia, chiede, chiacchiera, illustra, risponde, magari legge qualche sua poesia, e intanto porta chi lo ascolta a riscoprire le meraviglie della vita da liberi.
L’ultima tappa è la chiesa del carcere, considerata come luogo di riunione dove le riflessioni vengono condivise, anche per mezzo del linguaggio teatrale, con altri detenuti della VI sezione del blocco A e con un ospite di Torino Spiritualità.
Il percorso è stato realizzato in due giornate per un totale di 6 visite per gruppi di 40 persone.
Basta cambiare punto di vista, per esempio guardare la vita con gli occhi di un detenuto, per scoprire il bene grande che fa parte del bagaglio gratuito dell’esistenza.
E’ il patrimonio di libertà, di salute e di sentimenti che la vita ci consegna dalla nascita; valori interconnessi che si alimentano vicendevolmente. Ma se uno di questi si oscura, anche gli altri ne risentono.
La vera ricchezza di un carcere è costituita da considerazioni come questa, ed è così abbondante da poter essere offerta, anch’essa gratis, al resto del mondo.
2011
LO SCIMMIONE E LA TARTARUGA
Spettacolo dei detenuti della VI sezione del Padiglione A, realizzato nel teatro della Casa Circondariale. (Aprile)
Il titolo dello spettacolo è dovuto a una parabola di origine africana, raccontata e messa in scena dai detenuti durante l’allenamento teatrale. Vi si racconta di una tartaruga più volte derubata da una scimmia. Decide di chiederle spiegazioni e l’invita a pranzo dove, insieme, mangeranno le stesse banane che erano oggetto del furto.
Lo spettacolo tratta il delicato tema della riconciliazione. Di un padre relativamente giovane: aveva messo al mondo un figlio, se ne era immediatamente servito per impietosire i carabinieri che venivano per sfrattarlo dall’alloggio occupato abusivamente, e poi lo aveva dimenticato, per quattordici anni. Oggi, dopo anni resi inutilmente assordanti per non sentire il richiamo dei suoi obblighi, l’uomo si guarda finalmente allo specchio nella domanda di un senso per la propria esistenza. Rintraccia il ragazzo e lo invita a riprendere il loro rapporto.
Ma il figlio cosa ne penserà?
RICONCILIAZIONE E PERDONO
Ciclo di incontri tra detenuti e cittadini sul tema della riconciliazione e del perdono. (dicembre)
A partire da una breve rappresentazione teatrale il pubblico ha dibattuto sulla possibilità di incontro tra autori e vittime di reato.
2013
CICATRICI E GUARIGIONI
Con il progetto Cicatrici e Guarigioni si intende sperimentare l’uso e la funzione del teatro nella complessa iniziativa di far incontrare autori e vittime di reato. Questo, forse anche in una prospettiva di riconciliazione, ma soprattutto per i diritti e il bisogno di riconoscimento delle vittime e, per quanto riguarda gli autori e la collettività, per la necessità di ricucire lo strappo sociale che ogni reato origina.
Nel corso delle serate aperte al pubblico, si tratta di reati contro il patrimonio. In alcuni casi, i beni che lo costituivano potrebbero essere considerati sciocchezze. Tuttavia, sia lo scippo quasi inavvertito di una borsa vuota, sia un’aggressione causa di ricoveri e cure riabilitative, sono comunque oltraggi gravissimi alla libertà individuale, non classificabili per importanza e che possono lasciare tracce incancellabili come cicatrici.
Ogni serata, si incontrano una vittima e un autore di reati. Non dello stesso reato, dunque la vittima non rivedrà il “suo” autore, ma si tratterà in ogni caso del confronto tra due universi che, tranne il traumatico momento del contatto erano, e tornarono a essere, diametralmente separati. Infatti, anche quando il colpevole fosse individuato e punito, dopo il reato vittima e autore non si incontrano più. E nella quasi totalità dei casi rimangono nella vittima sentimenti di insicurezza, smarrimento e sfiducia, timore e perfino senso di colpa ai quali la Giustizia non riesce a offrire sollievo e riparazione. La vittima è indubbiamente interessata a recuperare i suoi beni, ma ha altrettanta necessità di dimenticare il male, uscirne, guarirne.
L’opportunità di un confronto potrebbe essere utile alle vittime per emergere dall’oscurità di interrogativi rimasti senza risposta, e agli autori per prendere coscienza di ogni reale conseguenza dei loro atti?
Gli incontri si tengono davanti a un pubblico che rappresenta tutta la società civile. Forse, per l’utopia di una guarigione di ferite collettive remote quanto la storia dell’uomo, ma soprattutto per condividere un’idea di giustizia tesa a riparare, e non soltanto a punire sterilmente e vendicare.