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... il Pellegrino, frequentando terre genti e culture lontane, ha scoperto che la vita è un gioco sospeso sotto il Sorriso Universale, dove non esiste verità se non nella trasparenza

2013 - Cicatrici e guarigioni

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Un esperimento di giustizia riparativa, il primo in ambito teatrale, pensato con l’obiettivo di ricucire lo “strappo sociale” originato da ogni reato e di offrire spunti di riflessione alla Giustizia in una prospettiva di trasformazione, da “remunerativa” a “riparativa”.


"Cicatrici e guarigioni" ha messo a confronto, attraverso la rievocazione dell’evento traumatico, le ferite del corpo e dell’anima di chi è vittima di un reato con gli autori. L’incontro tra una vittima e un autore di reato (anche se la vittima non ha incontrato il “suo” autore), ben lontano da ogni fine spettacolare, ha utilizzato la rappresentazione teatrale e la poesia del teatro quale veicolo di relazione e terreno comune di confronto tra i protagonisti e con la società civile. 

 

Nel progetto sono state coinvolte otto vittime di reati contro il patrimonio, reati non eclatanti ma che evidenziano come di fronte a qualunque reato subito rimangano nella vittima sentimenti di insicurezza, smarrimento e sfiducia, timore e perfino senso di colpa ai quali, il più delle volte, la Giustizia non riesce a offrire sollievo e un sentimento di vera riparazione. L’evento in otto serate - il 9, 10, 11, 14, 15, 16, 17, 18 ottobre 2013 presso il teatro della Casa Circondariale di Torino, ha accolto più di un migliaio di spettatori che hanno colto l’occasione per confrontarsi con sul tema attraverso un’esperienza di grande intensità. "Cicatrici e guarigioni" è stato proposto alle Fonderie Teatrali Limone di Moncalieri il 10 novembre 2013.

"Cicatrici e Guarigioni” è stato realizzato grazie al sostegno della Compagnia di San Paolo e con la partecipazione dell’Assessorato alla Cultura della Città di Torino. Ideato e coordinato dal regista Claudio Montagna con il gruppo teatrale TS Teatro e Società, è stato condiviso operativamente dalla Direzione, dagli educatori e dagli agenti della Casa Circondariale Lorusso e Cutugno e dal Gruppo Abele. Il progetto è stato seguito dal Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Torino nell’ambito della Cattedra di Sociologia Giuridica, dall’Ordine degli avvocati, dalla Caritas, dal Comune di Torino nella figura della Garante dei diritti delle persone private della libertà e attraverso il Centro di mediazione penale, dall’Assessorato alle Politiche Attive di Cittadinanza, Diritti Sociali e Parità della Provincia di Torino. 

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